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Il caso Gava: eresia o scienza nel terzo millennio

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Gli ‘eretici’ del terzo millennio

“Forse tremate più voi nel pronunciare questa sentenza che io nell’ ascoltarla” Giordano Bruno

Scrivo questo post sul caso del Dottor Gava, Medico farmacologo, tossicologo e cardiologo di Padova, radiato dall’albo dei medici per le evidenze scientifiche e le perplessità sulla pratica vaccinale così come oggi praticata, da lui riportate insieme ad altri medici.

Scrive Gava nella lettera presentata insieme ad  un centinaio di colleghi “Oggigiorno, un qualsiasi medico dotato di buon senso e di un minimo di conoscenza scientifica non può essere contro le vaccinazioni pediatriche e infatti conosciamo tutti l’utilità di questa pratica sanitaria”. Dunque la polemica vaccinisti e antivaccinisti cessa prima di iniziare.

Quali sono le problematicità riportate da Gava e dai suoi colleghi medici?

“Molti anni di studio quotidiano della letteratura scientifica, con la quale abbiamo sempre documentato le nostre affermazioni e pubblicazioni sia scientifiche sia divulgative, ci hanno permesso di conoscere a fondo l’utilità ma anche i limiti delle vaccinazioni, che all’inizio noi sostenevamo e che molto frequentemente anche praticavamo. Però, questi 35-40 anni di pratica medica specialistica accanto al bambino malato, non frettolosa ma fatta di osservazione e di ascolto, di considerazione di quello che lui ci comunica e subliminale e di quello che i genitori raccontano, ci ha aperto gli occhi sulla realtà delle reazioni avverse causate dalle vaccinazioni pediatriche”

In particolare Gava e i suoi colleghi riportano serie preoccupazioni sulla salute dei bambini sottoposti a vaccinazioni relative non solo a patologie specificatamente interessate dalle vaccinazioni, quali autismo, disturbi neurologici, patologie autoimmuni, ma anche alla salute globale del bambino, scopo e finalità deontologica perseguita da ogni medico.

“Per quanto riguarda le reazioni avverse causate dalle vaccinazioni pediatriche- continuano Gava e gli altri medici- noi non intendiamo solo quelle reazioni gravi, mortali o gravemente invalidanti, che ogni tanto si possono avere e che nessun medico dotato di buon senso osa negare. Ci riferiamo invece a quella parte molto più numerosa di effetti indesiderati che sembrano essere collaterali alla pratica vaccinale e che sono frutto di una alterazione immunitaria tutt’altro che irrilevante per un neonato o comunque per un organismo immunologicamente immaturo. Sono queste conseguenze della pratica vaccinale che ci preoccupano, perché notiamo che dopo le vaccinazioni molti bambini, ad esempio, reagiscono con l’innalzamento della temperatura (che è una classica reazione immunitaria ad una noxa esterna), subiscono un’alterazione di quelle che prima erano le loro normali funzioni digestive e/o della regolarità del loro ritmo sonno-veglia (espressione di una risposta multisistemica), diventano più irritabili, piangono in modo inconsolabile e regrediscono in alcune abilità prima acquisite (a testimonianza che c’è stato una irritazione a livello del sistema nervoso centrale). Queste evidenze, che qualsiasi medico attento e osservatore può notare ovviamente non in tutti ma in alcuni bambini da poco vaccinati, ci hanno interrogati sulla innocuità non tanto del singolo vaccino, ma specialmente sul modo in cui noi oggi pratichiamo le vaccinazioni pediatriche”.

Il sistema immunitario dei neonati

Quando i bimbi sono piccoli, il sistema immunitario innato ed adattativo che possiedono è suscettibile ed immaturo. In medicina si parla di immunità innata ed immunità adattativa che sono le due modalità di difesa immunitaria dell’uomo, atte a mettere in campo meccanismi biochimici di difesa cellulare per combattere e distruggere gli agenti patogeni. L’immunità innata è quella più attiva nel neonato ed ha una scarsa specificità. Si caratterizza per una serie di meccanismi che hanno lo scopo di distruggere e combattere gli agenti infettive attraverso le barriere anatomiche e il sistema di protezione che controlla l’infiammazione (macrofagi, citochine, cellule Natural Killer).

L’immunità adattativa invece è la risposta immunitaria che il corpo sviluppa in seguito al suo adattamento ad ogni infezione. Nel neonato è ovviamente immatura ed è in ogni caso più specifica di quella innata. Si divide in immunità umorale e immunità cellulo-mediata.

Mentre nell’adulto sano vi è un buon bilanciamento della risposta immunitaria Th1 e Th2 e di conseguenza una produzione ottimale di citochine, segno di una risposta immunitaria equilibrata, nel neonato vi è una ridotta produzione di citochine Th1 e soprattutto di interferone gamma (IFN-γ). L’equilibrio del piatto Th1 e Th2 nel neonato non è ancora bilanciato. L’equilibrio immunitario viene raggiunto infatti verso i 5 o 6 anni di età. Ciò varia poi da bambino in bambino.

PER QUESTA RAGIONE SAREBBE NECESSARIO CHE IL PEDIATRA VALUTI OGNI BAMBINO COME UN MONDO A SE E LO OSSERVI ATTENTAMENTE, STUDIANDO PRIMA DI SOMMINISTRARE UN VACCINO CHE ALTERA IL SUO SISTEMA IMMUNITARIO ANCORA IMMATURO, LA SITUAZIONE IMMUNITARIA SPECIFICA DEL NEONATO.

La lettera scritta alla comunità scientifica da Gava e dai suoi colleghi prosegue: “Sappiamo tutti che i germi vengono fermati dalle barriere fisiologiche di un organismo con sistema immunitario normofunzionante, sappiamo che c’è un’interazione essenziale tra i Pathogen-Associated Molecular Pattern (PAMP) dei germi e i Toll-Like Receptors (TLR) e che la stimolazione di questi recettori attiva una via di segnalazione che comporta l’induzione di geni anti-microbici, di citochine pro-infiammatorie (IL-1β, TNF-α, IL-6) e di prostaglandine che inducono un’attivazione del sistema immunitario, mentre l’inoculazione parenterale degli antigeni vaccinali induce una soppressione immunitaria (anche se quasi sempre temporanea). Pertanto, se lasciamo da parte affermazioni non supportate scientificamente, come quelle di coloro che dicono che un neonato viene a contatto attraverso le mucose con molti più antigeni batterici e virali di quelli contenuti nelle fiale vaccinali, dimenticando che i vaccini a cui ci riferiamo in questo contesto by-passano completamente le barriere fisiologiche dell’organismo pediatrico ed entrano direttamente in circolo, e se lasciamo da parte affermazioni semplicistiche che i vaccini sono assolutamente sicuri, dimenticando le numerosissime revoche di commercializzazione di molte loro specialità, i numerosi casi mortali riportati in letteratura poche ore dopo la loro somministrazione, non possiamo non osservare che la pratica vaccinale attuale offre il fianco a molte perplessità e per questo è sede di accese dispute in ambito scientifico, sia per le sue conseguenze sul sistema immunitario sia perché è basata su un trattamento di massa che prevede la somministrazione a tutti i bambini degli stessi vaccini ad una medesima e precocissima età, senza tener conto dell’anamnesi familiare e personale e dello stato differente di salute dei piccoli e dell’ambiente in cui vivono”.

Di cosa dovrebbe occuparsi la medicina?

Ogni medico per deontologia e vocazione dovrebbe occuparsi di prevenire le malattie correggendo le cause che pongono in essere determinate patologie (effetti). Da qui la proposta dell’eretico Gava e dei suoi colleghi che invitano a fare della Prevenzione Primaria la vera medicina, intendendo per prevenzione primaria una pratica “non basata sull’uso dei farmaci, ma prima di tutto su una corretta igiene di vita (alimentare, cinetica, psicologica, socio-culturale, ecc.) e su azioni di salvaguardia e di bonifica dell’ambiente, argomento quest’ultimo che è diventato un’emergenza primaria che secondo noi avrebbe bisogno, da parte dell’Istituto Superiore di Sanità, di interventi immediati che riteniamo addirittura molto più prioritari di quelli riguardanti le vaccinazioni”.

Ecco quindi cosa propongono Gava e i suoi colleghi:

“1 – Obiettivo della Medicina Preventiva è quello di proteggere i bambini dalle malattie ricorrendo a trattamenti di provata innocuità (Primum non nocere), pertanto senza sottoporli ad alcun rischio farmacologico.

2 – La Farmacologia Moderna, ad esclusione di condizioni estreme di emergenza pubblica, non contempla farmaci che possono essere somministrati in modo generalizzato, incondizionato e indiscriminato a tutta la popolazione, cioè senza un adeguato studio della persona volto a personalizzare il trattamento e valutare correttamente il rapporto rischio/beneficio per ogni singolo ricevente.

3 – I vaccini sono farmaci veri e propri e come tali hanno indicazioni, non indicazioni e controindicazioni, perciò possono sicuramente causare anche reazioni avverse.

4 – Se usati adeguatamente e attentamente personalizzati, i vaccini possono essere molto utili per ridurre nel ricevente la probabilità di ammalarsi di alcune specifiche patologie infettive.

5 – La Legge italiana attuale impone 4 vaccinazioni pediatriche obbligatorie (antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatitica B), ma la prassi quotidiana ne somministra 7 senza spiegazione e possibilità di appello.

6 – Nelle attuali condizioni socio-sanitarie del nostro Paese, non sembra essere assolutamente né necessario né urgente ricorrere alle vaccinazioni di massa con 7 vaccini contemporanei nei primissimi mesi di vita, quando il sistema immunitario è totalmente immaturo e quindi facilmente squilibrabile. Infatti, la quasi totalità dei Paesi dell’Europa Occidentale non impone alcuna vaccinazione, ma si limita a formulare delle raccomandazioni: dei 29 Paesi dell’Unione Europea (i 27 dell’UE più Norvegia e Islanda), 17 non hanno alcuna vaccinazione obbligatoria (quasi tutti i Paesi dell’Europa Occidentale più Estonia e Lituania); tra i Paesi dell’Europa Occidentale, hanno vaccinazioni obbligatorie solo Italia e Grecia (con 4 vaccini) e Francia (con 3 vaccini).

7 – Oggi i bambini sono immunologicamente più deboli dei coetanei di qualche decennio fa per molteplici motivi: maggior numero di fattori di malattia o di non-salute nei genitori; alimentazione nutrizionalmente più povera e squilibrata; ambiente più inquinato; più facile ricorso a trattamenti farmacologici sia nella madre durante gravidanza, parto e/o allattamento, sia nel neonato; maggior incidenza di parti cesarei, ecc.

8 – La letteratura scientifica attuale conferma l’evidenza clinica che quanto maggiore è il numero dei vaccini somministrati contemporaneamente e quanto più è piccolo e/o nato prematuramente il bambino, tanto maggiori sono i rischi di reazioni avverse

9 – Le attuali conoscenze di immunologia non considerano razionale la somministrazione parenterale contemporanea di 7 antigeni vaccinali ad un neonato di pochi mesi di vita, anche perché in Natura, indipendentemente dal grado di contagio, non si manifestano mai simultaneamente 7 patologie infettive e ciò significa che l’organismo non è fisiologicamente idoneo a gestire una tale evenienza.

10 – Se esistono vaccini pediatrici multipli, non capiamo perché non debbano essere commercializzati anche i medesimi vaccini singoli; infatti, ad esempio, non è chiaro perché una donna, che prima di una eventuale futura gravidanza desideri vaccinarsi contro la rosolia, debba essere obbligata ad inocularsi anche i vaccini contro il morbillo e la parotite (vaccino MPR).

11 – Nella letteratura scientifica, soprattutto negli USA, esiste attualmente una accesa discussione sia sul rapporto rischio/beneficio del vaccino trivalente MPR (contro Morbillo-Parotite-Rosolia) a virus vivi attenuati, sia sull’utilità e sull’efficacia del vaccino anti-HPV (contro il Papillomavirus Umano).

12 – Quest’ultimo è stato commercializzato molto prima che fossero disponibili dati certi sulla sua capacità di ridurre il rischio di tumore della cervice uterina e a tutt’oggi sono disponibili solo estrapolazioni statistiche sulla reale capacità di prevenzione tumorale da parte del vaccino anti-HPV (in ogni caso, sappiamo che può potenzialmente proteggere solo verso 2 dei 13 genotipi virali ad alto rischio oncologico); inoltre, mancano totalmente dei dati longitudinali di farmacovigilanza attiva sul suo reale rapporto rischio/beneficio dopo somministrazione in bambine di 11-12 anni d’età (per tale motivo in alcuni Paesi il vaccino è stato ritirato per precauzione e in Francia, Spagna e Italia centinaia di medici hanno firmato una petizione per sospenderne l’inoculazione).

13 – Recentemente, il vaccino antinfluenzale viene consigliato anche nei bambini sotto l’anno di età, ma è noto che le prove scientifiche che avvalorano la sua efficacia e il suo rapporto rischio/beneficio sono estremamente scarse, deboli e discutibili, sia per la vaccinazione pediatrica che per quella dell’adulto.

14 – I bambini nati prematuri o che hanno riportato una patologia acuta nei primi mesi di vita o che sono ancora affetti da qualche patologia infettiva acuta o che l’hanno superata da poche settimane o che hanno ricevuto farmaci interferenti con il sistema immunitario (antibiotici, cortisonici e/o altri immunosoppressori) nei primi mesi di vita o che hanno subito interventi chirurgici in anestesia generale o che hanno alterazioni immunitarie o che sono figli di genitori con patologie immunitarie o metaboliche o che vivono intensi (per loro) stress psichici o che si trovano in qualsiasi altra condizione squilibrante il loro già debole e precario equilibrio immunitario, sono sicuramente a maggior rischio di danni vaccinali.

15 – Le reazioni avverse dei vaccini non dipendono solo dalla componente antigenica di questi ultimi, ma anche dai loro componenti tossicologici (adiuvanti e conservanti) e sappiamo bene che l’innocuità a lungo termine della somministrazione parenterale in neonati di questi composti, singoli e/o variamente associati tra loro, non è sufficientemente dimostrata, mentre esistono prove scientifiche della tossicità e pericolosità isolata di alcuni di essi, sia in vitro, sia negli animali da laboratorio, sia nell’uomo. Inoltre, è noto che più è piccolo il bambino, maggiore deve essere la quota di antigene necessaria a innescare la risposta immunitaria.

16 – Purtroppo, nel nostro Paese la pratica della segnalazione delle sospette reazioni avverse a farmaci e vaccini è poco attuata e in alcuni casi è addirittura misconosciuta o addirittura ostacolata, per cui queste segnalazioni sono fortemente sottostimate sia quantitativamente che qualitativamente.

17 – Da molti anni giungono nel nostro Paese, rispetto altri Paesi europei, numerosi immigrati extracomunitari e questo dato suscita allarmi ingiustificati: il fenomeno migratorio, ormai consolidato da decenni in Europa, non ha mai causato la diffusione di poliomielite o difterite neanche nei Paesi europei che hanno basse coperture vaccinali, per esempio come l’Austria (circa 85% di copertura vaccinale: dati OMS e Unicef). È noto invece che gli immigrati, a causa delle precarie condizioni di vita in cui si vengono a trovare, possono essere portatori di ben altre patologie, come tubercolosi, scabbia, salmonellosi, ecc.

18 – In queste ultime settimane si sta parlando molto di “crollo delle coperture vaccinali” in Italia, ma verificando il dato su Epicentro, abbiamo notato che la flessione media nella copertura è stata molto debole. Allegato 1 – Variazione della copertura vaccinale nazionale secondo Epicentro (http://www.epicentro.iss.it/temi/vaccinazioni/copertureMin2014.asp)

19 – Inoltre, non dimentichiamo che il dato del 95% di copertura vaccinale è l’obiettivo prefissato dal Piano Nazionale Vaccini, non però dalla letteratura scientifica. Per fare un esempio, nel libro Vaccines di Stanley A. Plotkin, Walter A. Orenstein e Paul A. Offit, con la prefazione di Bill Gates (autori notoriamente favorevoli alla pratica vaccinale), sono riportate le soglie ritenute necessarie per ogni malattia infettiva per ottenere la cosiddetta immunità di gregge (herd immunity) nei Paesi occidentali. La tabella riportata (Allegato 2) evidenzia chiaramente che la soglia minima del 95% è totalmente ingiustificata e non deve spaventare.

 

 20 – I dati epidemiologici attuali riguardanti la poliomielite dimostrano che non c’è alcuna evidenza scientifica che il calo delle coperture vaccinali sotto il 95% ponga la popolazione a rischio di epidemie infettive (cfr. ad esempio l’esperienza di Austria, Bosnia e Ucraina). Molti Paesi appartenenti a Regioni geografiche OMS delle Americhe e del Pacifico sono “Polio Free” nonostante abbiano coperture vaccinali ritenute nettamente al di sotto del 95%. Questo tetto percentuale, inoltre, è frutto di una stima statistica e ha un valore puramente orientativo.

21 – Oggi viviamo in un ambiente gravemente inquinato dal punto di vista tossicologico e la letteratura scientifica di questi ultimi anni correla l’inquinamento con molte patologie sia neuropsichiatriche, sia metaboliche, sia degenerative del bambino, patologie che hanno sempre alla base un interessamento immunitario sul quale l’alterazione indotta da precoci e multiple vaccinazioni può aggiungersi come fattore sinergico paragonabile a quella “goccia che può far traboccare il vaso”.

E la lettera continua poi con altre ‘eretiche’ proposte così articolate:

“1 – Obiettivo di ogni trattamento medico deve essere sempre la sua personalizzazione, perché deve essere adattato alle caratteristiche personali, nutrizionali, familiari, ambientali e sociali di ogni singola persona. La ricerca medica va in questa direzione: si punta sulla personalizzazione della terapia, si cercano i farmaci più efficaci ad esempio anche in base al genoma dell’individuo.

2 – I genitori sono i primi responsabili della salute dei loro figli. Nell’ambito dei temi sociali oramai correnti e universalmente accettati della democratizzazione della Medicina, della libertà di scelta terapeutica, della collaborazione del paziente con il medico all’atto terapeutico e dell’obbligatorietà della consapevolezza, cioè del “consenso informato” da parte del paziente, i genitori dovrebbero essere esaustivamente informati sulla reale necessità e sul rischio/beneficio di ciascun vaccino pediatrico.Di tale azione e responsabilità dovrebbero essere investiti anche i Pediatri di Libera Scelta e le Istituzioni Sanitarie locali.

3 – Nel rispetto della Costituzione Italiana, per garantire la vera tutela della salute è necessario che chi opera nel campo sanitario pubblico non si trovi in alcuna condizione di conflitto di interessi.

4 – Per l’adeguamento dell’Italia alle norme vaccinali attualmente in uso in tutti gli Stati Europei socialmente e culturalmente simili al nostro (come Regno Unito, Germania, Austria, Spagna, Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svezia, Portogallo), riteniamo doveroso che venga superato l’obbligo vaccinale. Le mutate condizioni socio-sanitarie e le maggiori consapevolezza, responsabilità e maturità delle attuali e future nuove generazioni di genitori permettono sicuramente di impostare una Medicina Preventiva più moderna e farmacologicamente più razionale, cioè personalizzata in base alle caratteristiche biopatografiche e ambientali dei vaccinandi. Un tale approccio, inoltre, ridurrebbe sicuramente il rischio degli effetti indesiderati dei vaccini.

5 – Prima della vaccinazione, il Pediatra di Libera Scelta dovrebbe raccogliere una dettagliata anamnesi dei genitori, dei parenti prossimi e del bambino stesso, considerando tutti i fattori che influenzano la salute di quest’ultimo nella sua globalità, perché su di lui si ripercuotono anche le condizioni socio-ambientali del territorio in cui vive e quelle lavorative, economiche, nutrizionali, tossicologiche e psico-comportamentali dei componenti della sua famiglia.

6 – Prima della vaccinazione, il Pediatra di Libera Scelta dovrebbe escludere prudenzialmente eventuali controindi cazioni alle vaccinazioni e a tale scopo, nel caso lo ritenesse opportuno, dovrebbe eventualmente sottoporre il bambino ad accertamenti laboratoristico-strumentali volti a valutare le sue condizioni immunitarie e nutrizionali, ricercando in particolare la presenza dei marker di flogosi.

7 – Nel momento della vaccinazione, il bambino deve essere sempre in perfetta salute, sia fisica che psichica.

8 – Il Medico Vaccinatore dovrebbe eseguire la vaccinazione solo dopo aver escluso eventuali malattie acute recenti o in atto, dopo aver escluso la presenza di eventuali controindicazioni e dopo aver visitato attentamente il vaccinando: è ovvio che un bambino ha diritto alla massima attenzione.

9 – Nel rispetto della Legge attuale, deve essere garantita la possibilità di eseguire solo le 4 vaccinazioni obbligatorie.

10 – Per ridurre il rischio di reazioni avverse dei vaccini, le vaccinazioni obbligatorie dovrebbero essere iniziate almeno nel secondo semestre di vita, ma dato che ci possono essere delle condizioni specifiche che consiglino un uso anticipato o posticipato di qualche vaccinazione, è necessario che tutti i vaccini (non solo i 4 obbligatori per il nostro Paese, ma anche gli altri, specificatamente quello per la rosolia) vengano commercializzati anche singolarmente per permettere la massima personalizzazione terapeutica.

11 – Allo scopo di essere stimolati a crescere sempre più in consapevolezza e responsabilità verso la pratica vaccinale attuata nei loro figli, i genitori dovrebbero ricevere dal Medico Vaccinatore le schede tecniche dei vaccini in modo da conoscere le proprietà, le controindicazioni, le componenti tossicologiche e le reazioni avverse di ogni farmaco che loro figlio riceverà e poter eventualmente segnalare prontamente eventuali reazioni avverse. Medici e personale addetto alla somministrazione dei vaccini dovrebbero essere opportunamente formati per rendere facilmente fruibili da parte di tutti i genitori tali informazioni.

12 – Nello stesso momento, i genitori hanno il dovere e il diritto di essere informati sull’esistenza della Legge 210 del 1992 inerente le modalità per ottenere l’indennizzo per i danni vaccinali; una legge che deve essere reperibile, esposta e ben consultabile presso la sede dei Servizi di Igiene e di Immunoprofilassi.

13 – Alla luce del fatto che i vaccini, come tutti i farmaci, possono causare dei danni nel vaccinato, sia a rapida che a lenta e tardiva comparsa, per il bene del proprio figlio e per un dovere morale nei confronti degli altri bambini che in futuro verranno vaccinati, i genitori devono essere anche adeguatamente istruiti a segnalare una qualsiasi alterazione o anomalia o cambiamento fisico e/o psichico nel bambino da poco vaccinato avvisando tempestivamente il proprio Pediatra di Libera Scelta e chiedendo, oltre all’ovvia visita medica del piccolo paziente, anche un adeguato trattamento curativo dei disturbi in atto e un trattamento preventivo verso eventuali ulteriori aggravamenti che potrebbero comparire a breve e/o lungo termine.

14 – Nel caso abbia il semplice sospetto di una reazione avversa vaccinale, il Pediatra di Libera Scelta ha sempre il dovere di compilare la scheda di Segnalazione di Sospetta Reazione Avversa (D.M. 23.12.2003). A nostro avviso, va ripristinato l’obbligo di segnalazione della sospetta reazione avversa, accanto ad un meccanismo di incentivazione di questa pratica”.

IN QUESTO MODO NON SOLO SI EVITEREBBERO LE REAZIONI AVVERSE AI VACCINI E SI TUTELEREBBE MAGGIORMENTE LA SALUTE DEI NEONATI E IL RUOLO DEI GENITORI, MA IL SISTEMA SANITARIO RISPARMIEREBBE MOLTI SOLDI E MOLTE VITE.

La lettera dei medici si conclude così:

“A nostro avviso, un tale approccio vaccinale garantirebbe una migliore difesa della salute pediatrica nei confronti delle malattie infettive ponendo più attenzione ai nostri figli, riducendo il rischio dei danni da vaccino e personalizzando ogni intervento preventivo adattando le più recenti conoscenze scientifiche alle reali necessità pediatriche individuali in considerazioni anche delle attuali modificate condizioni socio-ambientali del nostro Paese”.

E’ quindi irragionevole o fuori di testa il medico che invita ad una riflessione collettiva sull’utilizzo che si è fatto fino ad oggi di un medicinale somministrato in massa che, come ogni medicinale, contiene numerosi effetti avversi e collaterali sulla salute dei neonati?

Va considerato irresponsabile chi, con evidenze scientifiche alla mano, informa i cittadini della reale pericolosità della pratica vaccinale come fino ad oggi praticata?

Va considerato un santone chi fa presente che il sistema immunitario del neonato non è maturo per sostenere una situazione di squilibrio immunitario?

Va radiato dall’ordine dei medici colui che opera considerando ogni neonato un mondo a se stante, valutando tutti i rischi che un vaccino può avere su di lui e considerando le condizioni ambientali, psichiche e fisiche del bambino stesso?

E’ un untore il medico che considera come primo punto della sua pratica professionale il primum non nocere e la medicina come pratica preventiva e non sintomatica?

Può essere considerato un medico irresponsabile colui che invita a controllare il sistema immunitario del bambino prima della prassi vaccinale per scongiurare effetti avversi del farmaco ed invita i genitori a denunciare tali effetti, qualora si presentassero, all’autorità medica competente?

Può essere considerato un medico da radiare colui che invita i cittadini ad accertarsi che chi opera in campo della salute, soprattutto se pediatrica, lo faccia svincolato da conflitti di interessi di qualsiasi tipo?

L’obiettivo di un medico non è quello di evitare la comparsa di una determinata patologia infettiva ma di fortificare il sistema immunitario del bimbo contro agenti patogeni presenti e futuri che il bambino incontrerà nel corso della vita, favorendo lo sviluppo dell’immunità aspecifica del bambino così che sia protetto in modo generalizzato ( e non solo specifico come avviene nel caso dei vaccini) da tutti gli agenti patogeni.

In Italia nel 2017 questo viene considerato reato e chi si fa portatore di queste ragionevoli istanze viene condannato alla pubblica accusa. Non siamo molto lontani dalla caccia alle streghe di antica memoria. I roghi del terzo millennio sono la calunnia, l’ingiuria, la condanna, l’estromissione dal lavoro, l’essere ridicolizzati pubblicamente, i media asserviti al potere, la cultura del giudizio per sentito dire e la polemica.

Nessuno entra nel merito di quello che Gava e i suoi colleghi affermano.

Forse perché è più comodo dividersi tra fautori dei vaccini e contrari e scontrarsi su questo, quando qui non si sta parlando di essere contro qualcosa ma solo di rivedere il modo in cui una certa pratica medica viene portata avanti, invitando ad aprire un dibattito pubblico sul merito e non sul sentito dire.

La scelta di vaccinare o meno i propri figli è assolutamente libera ed individuale. I genitori devono essere in grado di decidere dopo essersi accuratamente informati ed aver studiato attentamente. Ogni medico deve poter informare correttamente i genitori e valutare la situazione patologica, fisiologica, personale , familiare, nonché i fattori di tossicologia ambientale e lo stile di vita della famiglia, prima di somministrare qualsiasi terapia che possa anche solo potenzialmente indurre ad uno squilibrio immunitario il neonato (cortisonici ed antibiotici compresi).

Nel giuramento di Ippocrate è scritto: “In qualsiasi casa andrò, io vi entrerò per il sollievo dei malati, e mi asterrò da ogni offesa e danno volontario, e fra l’altro da ogni azione corruttrice sul corpo delle donne e degli uomini, liberi e schiavi”

Ho scritto questo per dovere di cronaca e di Verità nei confronti di un uomo che, operando conformemente a principi etici e morali superiori all’interesse, ha subito una gravissima accusa priva di alcun fondamento medico e scientifico.

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